Quella mattina il telefono squillò presto e Dave preparò una voce rilassata e spensierata.
«Pronto?»
«Ehi, buon giorno… faresti bene ad andare a comprare il giornale» gli disse dalla cornetta, andando dritta al punto.
«Devo preoccuparmi?»
«È meglio che te l’abbia detto io»
Quando attaccò si accorse che la voce non gli era venuta come avrebbe voluto.
Andò dal giornalaio all’incrocio con la statale e chiese una copia dello Sports Observer. L’uomo dietro la montagna di riviste dovette scavare tra i giornali prima di dargli quello che cercava. Nel tragitto di ritorno diede un’occhiata al giornale e poi all’orologio. Dovette guardarlo di nuovo, perché non aveva letto l’ora. Era quasi pranzo ma non aveva fame.
Poggiò il giornale sul tavolo della cucina e si sedette con una tazza di caffè caldo tra le mani. In prima pagina c’era scritto a caratteri cubitali: “Marini: defaillance o declino?”. L’occhiello continuava: “L’eroe del pugilato crolla nell’incontro contro McRaw. Che sia già finito il sogno?”. Dave nel leggerlo strinse le labbra, poi bevve un sorso di caffè e le strinse di nuovo per asciugarsi la bocca.
«Grazie» disse.
«Non c’è di che. Quando vuoi fatti sentire»
Dave non capiva perché la stampa desse così importanza a quell’incontro: non se la meritava – si diceva. E che senso aveva un titolo del genere? Rappresentava due quadri completamente opposti: da una parte si parlava di uno scivolone quasi fisiologico, dall’altra del punto di declino di un grande professionista. Quasi non si capiva che posizione prendesse il giornalista – un certo Roberts – poiché era netto e tagliente in entrambi i versi. Sembrava che l’Observer, con quell’articolo, si ponesse tra le due schiere di tifosi, quelli per Marini, quelli per McRaw, e le incitasse entrambe.
Dave aveva finito il caffè. Ne avrebbe voluto dell’altro ma decise di andare a correre, il porto lo metteva sempre di buon umore. Sì, una corsetta era proprio quello che ci voleva.
Al punto in cui il respiro affannato si fece costante e il sudore impregnava la canottiera grigia, Dave era giunto quasi al termine della baia. A una ventina di metri di distanza vide un vecchio seduto su una panchina. Avvicinandosi, si accorse che teneva tra le mani un giornale. Tentò di leggerne la testata ma, proprio mentre gli passava accanto, il vecchio girò pagina.
Dave sarebbe rimasto ore, quel pomeriggio, a fare avanti e indietro lungo il porto ma l’idea che il giornale del vecchio fosse proprio l’Observer lo affaticò così tanto da spingerlo a tornare a casa, esausto.
Si cucinò un paio di uova in padella, più per potersi dire di aver cenato che per altro: quel giorno non aveva mai avuto fame. Nella sua testa c’era solo quell’articolo, con cui Roberts si era probabilmente accaparrato le congratulazioni di colleghi e redattori. Erano quelli i titoli di maggior successo: accontentavano tutte le bocche, portando al loro palato le pietanze che più desideravano. Era un buffet di supposizioni e sarcasmo ma, se fare giornalismo voleva dire questo, pensò Dave, avrebbe fatto bene a diventare articolista.
Finite le uova, andò in camera e prese il pacchetto dal cassetto. Al balcone aspirò la sigaretta e si ricordò di quanto fossero buone. Se l’avesse saputo Jim… Era quasi un anno che Dave aveva smesso con quella roba, però si sa: se le tieni nel cassetto non hai mai veramente smesso.
Mentre spegneva il mozzicone si ripeteva la domanda dell’articolo, “defaillance o declino?”.
La stampa pone domande a cui non le interessa dare risposta, pensò prima di chiudere la porta della camera da letto.
***
L’indomani, al porto, il vecchio piegò il giornale ancor prima di sfogliarlo. Diede un’ultima occhiata alla baia, sperando invano di incontrare con lo sguardo il suo pugile preferito. Non avrebbe avuto più senso, adesso, andare ogni giorno al porto.
Il vecchio prese la copia dell’Observer e la gettò nel fiume. La osservò per un attimo allontanarsi lungo il corso d’acqua, immaginando l’atleta affiancarla sulla baia mentre correva, in fondo al porto, sempre più lontano.
“Lutto nel mondo della boxe: Marini muore suicida”. L’occhiello continuava: “A comunicarlo alla stampa il coach Jim Sutter. Il corpo rinvenuto nella camera da letto”.
Giulio Canterino